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L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?
di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005
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Lo scontro mortale tra Edipo adolescente e Laio adulto, avviene in una strada stretta che
immette ad un bivio, ed ha luogo per un problema di precedenza, che esprime esattamente
un conflitto di gerarchia e di autorità (7).
Il mondo degli adulti accetta l’adolescente, se questi accetta le norme del mondo degli adulti
ed in primo luogo il principio di autorità.
La cultura quindi non crea l’adolescenza, ma attua una serie di dispositivi per gestire il punto
nodale della problematica adolescenziale: lo svincolo, la separazione, il passaggio da uno
stadio di identificazione ad uno di identità, l’accettazione di un "nuovo" di cui l’adolescente
può essere un portatore non sempre consapevole.
Molto sinteticamente si possono delineare tre situazioni:
a) Alcune culture facilitano il processo di identificazione: sono in genere culture stabili e
tradizionali, che tramite una serie di ritualità (riti di passaggio) accettano il nuovo arrivato
(l’adolescente), nel contesto sociale. Il conflitto tra autonomia e norma, tra fedeltà e
novità, rispetto ai valori tradizionali viene gestito e risolto a favore della norma e della
fedeltà. L’adolescente viene accettato, perchè accetta e si adegua alle regole del gruppo.
E’ evidente che l’aspetto positivo è l'eliminazione del conflitto. L’aspetto negativo è la
totale ripetitività dei ruoli, la mancanza di qualsiasi originalità.
b) Altre culture invece, e la nostra sembra rientrare in questo ambito, tendono a negare
questa fase, proponendo false autonomie, in assenza di validi supporti psicologici. Questa
dinamica comporta una confusione ed una diffusione dell’identità per la disconferma
continua di ruoli, tra l’altro poco definiti e spesso intercambiabili (il genitore che fa
l’amico del figlio, il figlio che deve farsi carico del genitore rimasto adolescente ecc.).
Tutto questo rende impossibile non solo una delimitazione temporale di questa fase, ma
soprattutto la possibilità di affrontarla. Non è raro che questa situazione, da “passaggio”,
diventi uno status permanente.