LA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE
Quando iniziare una psicoterapia individuale?
I motivi che spingono a richiedere un aiuto professionale sono molteplici, vediamone alcuni:
- Quando la persona vive un intenso stato di sofferenza e sente di non riuscire a trovare una soluzione,
- Quando il vissuto di sofferenza si ripercuote sulla qualità di vita (ad es: calo nel rendimento lavorativo o assenze prolungate dal luogo di lavoro, difficoltà a dormire, aumento dei conflitti con i propri familiari e/o con le altre persone più in generale, difficoltà a concentrarsi, chiudersi in casa evitando tutte le situazioni sociali che fino a poco tempo prima davano piacere, ecc.)
- Quando sono presenti sintomi frequenti, dolorosi ed invalidanti (ad es: cefalea, incubi notturni ripetuti, fobie, ansia, attacchi di panico, scoppi di pianto improvvisi, umore altalenante, calo drastico dell’appetito o abbuffate senza controllo, ecc)
Il percorso terapeutico si articola fondamentalmente in 3 momenti principali.
1- Inizialmente viene analizzato il problema e si definiscono insieme gli obiettivi concreti su cui lavorare. Chi si rivolge a noi è parte attiva nel processo terapeutico già da questi primi momenti: può scegliere liberamente se iniziare o meno il lavoro (se non ci fidiamo dell’altro non ci sentiamo al sicuro, se non ci sentiamo al sicuro non possiamo permetterci di cambiare); concorda con il terapeuta gli obiettivi su cui il lavoro si articolerà permettendosi anche di rifiutarne alcuni se non si dovesse sentire pronto (la conoscenza non è un processo che il terapeuta può imporre a prescindere, ma un percorso condiviso da entrambi).
2- Nella fase successiva si articola il lavoro sugli obiettivi concordati, con maggiore attenzione ai problemi attuali che hanno spinto alla richiesta di aiuto. Raggiunti gli obiettivi inizialmente prefissati si può decidere insieme se, eventualmente, proseguire il lavoro su altri aspetti che verranno opportunamente concordati, o concludere il lavoro.
3- Nella terza fase si consolidano gli obiettivi raggiunti e si avvia il passaggio al momento del distacco. Da anni ormai abbiamo consolidato una prassi secondo la quale il distacco avviene in maniera graduale, diradando sempre più le sedute nel tempo (si passa, cioè, da settimanale a quindicinale e, in ultimo, mensile) per due motivi sostanziali: il primo perché ci consente di monitorare i miglioramenti e verificare che siano stabili, il secondo perché questo lasso di tempo permette al paziente di elaborare il distacco sperimentando che è perfettamente in grado di gestire la propria quotidianità.