Debora, 43 anni

07/09/2009

Autorealizzazione e svincolo
Buongiorno ! Sono disoccupata da novembre 2007. Questo è un problema e non solo questo. Devo fare prima una lunga premessa. L'ultimo lavoro con il quale sono stata occupata è stato quello d'assistente ai bambini con problemi fisici e mentali per il quale mi sono diplomata come dirigente di comunità nel 2006. Sin dall'inizio di questo lavoro si è ripresentato lo stesso problema che avevo con quello precedente di commessa: non dormire. La notte vengo assalita da una forte ansia che è collegata al pensiero quasi ossessivo di "non farcela" in generale nella vita ma l'ansia inizia anche prima durante la sera. L'angoscia di non riuscire a dormire non fa che alimentare l'ansia di non potercela fare. Tutto è iniziato con il precedente lavoro, la paura di essere licenziata era tale che in negozio non mi davo tregua cercando di tenere sempre tutto in perfetto ordine. Naturalmente ciò non era possibile anche perché il negozio in cui lavoravo era abbastanza grande e molto frequentato dalla clientela. Ho raggiunto livelli di stress molto elevati. Il sabato sera dopo una giornata molto, molto intensa di lavoro non riuscivo a prendere sonno nonostante la stanchezza e nonostante il giorno dopo fosse domenica, cioè non avessi nessun motivo per non dormire, tanta era l'adrenalina che avevo in corpo. Nel frattempo mi sono diplomata, ho lasciato il lavoro di commessa per farne uno che pensavo potesse darmi più soddisfazione. Ho continuato a non dormire sempre con la stessa paura, vivendo di giorno molto male con un gran sonno addosso e con molta fatica fisica e mentale. Sono poi andata a convivere con il mio attuale compagno e ciò mi ha permesso di smettere di combattere con il problema o così credevo. Ho smesso di lavorare ma quando per necessità si presenta la condizione per la quale mi debba svegliare presto al mattino o debba prendere un impegno in mattinata anche sul tardi, tipo verso 11 non chiudo occhio. E' una situazione molto penosa per me. Devo dipendere in tutto e per tutto dal mio compagno perdendo di autostima e secondo me anche di considerazione da parte sua. Ho provato a convivere con il problema ricorrendo a farmaci per dormire prescritti dal mio medico e facendo un periodo di analisi ma il risultato è stato che ho speso gran parte dei miei risparmi senza alcun miglioramento ed avendo pesanti effetti collaterali causati dai farmaci nonché un peggioramento della qualità stessa del sonno. Mi sono rivolta per un periodo anche al centro per i disturbi del sonno dove mi hanno detto che sono depressa e dato una cura con un farmaco che però anch'esso ho dovuto interrompere per gli effetti collaterali. Attualmente non prendo nulla per dormire, se non ho particolari impegni al mattino o preoccupazioni riesco a dormire ma ripeto, vivo una situazione molto limitata. Come si può immaginare la mia stessa libertà è limitata. Che vita è ? Nel periodo in cui sono stata in analisi ho lavorato sui miei sogni. Anche ora che non sono più in analisi cerco di prestare molta attenzione ai miei sogni. Sempre più spesso nei miei sogni rivivo condizioni di stress (anche nei sogni !!!) vissute in passato nell'ambito famigliare. A causare stress nei miei sogni è mia madre. Questo stress, come lo chiamo io è motivo in realtà di una grossa sofferenza interiore. Apparentemente, nella realtà ho un buon rapporto con mia madre. I miei sono separati, mio padre è stato un padre assente in tutti i sensi anche fisicamente non era presente. Mia madre ha sempre rappresentato l'unica fonte d'affetto sicura ma evidentemente dolorosa. Nei miei sogni mia madre è evocatrice "di violenza". Non parlo di una violenza fisica bensì ovviamente interiore, la sua presenza rappresenta una minaccia per me. Da poco ho messo a fuoco questa situazione e comincio a pensare che ci sia un collegamento con il mio problema. Inoltre mia madre è brutto a dirsi non ha mai promosso la mia realizzazione personale poiché per lei la cosa più importante era che stessi a casa con lei e guarda caso quando nella mia vita ho cercato di migliorarmi l'ho sempre dovuto fare "lottando" con una parte di me stessa. Nessuno dei miei famigliari prende sul serio il mio disagio, neanche il mio compagno, da tutti viene minimizzato e ridotto ad un problema pigrizia. Dei momenti mi sento disperata e priva della speranza di uscire dai miei problemi. Cari saluti e grazie. Debora

Risposta dello psicologo

Cara Debora, è evidente che questa sofferenza ti sta stremando. Mi sembra di capire che quello che provi non sia legato al tipo di lavoro, o prestazione, che devi affrontare quanto al fatto che sei estremamente spaventata dall’idea di non esserne all’altezza! Anche di notte vivi uno stato di forte ansia al pensiero di ciò che devi affrontare durante la giornata, e, probabilmente, questo è legato al fatto che hai dentro di te un’immagine di come ‘dovresti essere’ e temi di non essere adeguata, e di non riuscire ad essere (o dimostrare di essere) ciò che gli altri si aspettano da te. Forse il ‘problema’ con tua madre non è molto diverso. Mi hai detto che lei ti ha poco stimolata verso la tua realizzazione personale chiedendoti di prenderti cura di lei, e quando cerchi di allontanarti è come se ti sentissi quasi in colpa perché ‘tradisci’ questo suo bisogno; è come se tu fossi combattuta tra l’essere la brava figlia che accondiscende ai bisogni di mamma e la donna adulta che ha un compagno e cerca il suo spazio nel mondo adulto. Vedi Debora, svincolarsi dalla famiglia di origine è sempre molto doloroso e implica la conquista di Sé, cioè imparare a capire ciò che si desidera indipendentemente da come gli altri ci vorrebbero. Forse tu ti sei sempre molto concentrata su ciò che gli altri si aspettano da te a scapito di una maggiore consapevolezza al tuo mondo interno. Non sei sola, forse chi ti circonda tende a minimizzare la tua sofferenza perché vorrebbe aiutarti ma si sente inadeguato e frustrato, questo succede molto spesso. Non c’è un modo giusto di essere al mondo: né come figlia, né come compagna, né come professionista. Ci sei tu con tutto quello che hai dentro di te, dedicati un po’ di più a scoprirlo anche se a volte è faticoso e doloroso, e ricorda: le persone affettivamente significative (mamma, il tuo compagno) come il resto del mondo non ti ameranno di meno se qualche volta dici di no! Si può amare ed essere corrisposti intensamente anche se non si è perfetti (e in fondo chi lo è), anche se si provano emozioni spiacevoli, come la rabbia ad esempio. Sei una persona intelligente, sensibile, dotata di una grande attenzione verso gli altri, tutto questo ti guiderà verso una vita piena di amore.
Cordiali saluti dott.ssa Barbara Marzioni