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Le risorse emotive nella scuola

di Giorgio Blandino

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si chiudono ma si aprono. Si fa presto a dire “psicologo scolastico”, “sportello psicologico”, “counseling” ecc., ma non basta introdurre un nuovo servizio o un nuovo ruolo professionale in una organizzazione, bisogna anche chiarire “come” deve essere svolto questo ruolo, a quali modelli teorici si fa riferimento, a quali metodi, tecniche e, in ultima istanza, anche quale formazione specifica sarà necessaria. In primo luogo quindi bisogna tener presente che l’introduzione dello psicologo si iscrive nel più ampio problema del come intendere il rapporto tra psicologia e istituzioni, ovvero di come la psicologia può essere usata nelle e dalle istituzioni sociali e di servizio. Infatti é importante non dimenticarsi che l’intervento dello psicologo nella scuola è, prima di tutto, l’intervento di un professionista “all’interno di una organizzazione” e quindi bisogna essere consapevoli che già il contesto, in quanto tale, determina e condiziona il modo di operare e a sua volta il modo di operare, ha effetto e significato non solo rispetto alla parte specifica cui è diretta, ma rispetto a tutta l’organizzazione. In secondo luogo Il secondo aspetto che va tenuto presente è che la qualificazione di “psicologo scolastico”, in sé, non vuol dire niente perché non è l’operare in un determinato campo applicativo che definisce l’identità dello psicologo ma il modello di riferimento utilizzato. Quindi, ciò che va dichiarato preliminarmente, nell’interazione professionale, è il vertice cui si fa riferimento.