Home - Articoli su Psicologia e Società

L'inquadramento nosografico dei disturbi psicosomatici

di Nicola Lalli

pag. 15 di 20
Ma come si genera questa dinamica? Il bambino alla nascita presenta una duplice struttura pulsionale: l'istinto libidico e l'istinto di morte. L'istinto libidico ha bisogno di trovare una valida rispondenza nell'A.S., perchè possa svilupparsi, integrarsi ed assolvere così ad una funzione fondamentale: quella di contenere prima e di trasformare poi l'istinto di morte. Se la situazione libidica iniziale, il desiderio, non è soddisfatto, ma viene frustrato e deluso, questo porta all'emergenza, sempre più evidente, di due manifestazioni dell'istinto di morte: la rabbia e l'odio. La rabbia e l'odio emergono dalla mancata integrazione del trinagolo occhi-bocca. La bocca, privata dalla capacità di vedere-distinguere, diventa fonte di un desiderio cieco che porta a divorare-introeittare l'oggetto e quindi a distruggerlo: è la rabbia. Gli occhi senza la capacità di prendere, cioè di soddisfare perlomeno il desiderio cieco, tendono a devitalizzare l'oggetto per doverlo poi continuamente controllare: è l'odio. Il bambino che ruba il giocattolo all'altro per usarlo in solitudine è l'esempio di un atteggiamento di rabbia (e quindi di bramosia): è il furto che esprime l'incapacità di dividere con l'altro un oggetto che invece, usato insieme, potrebbe far emergere un atteggiamento di desiderio. Il bambino, che vedendo l'altro felice del proprio giocattolo, gli si avvicina per distruggerlo, è l'esemplificazione dell'odio. Non c'è la tendenza al prendere-rubare, ma questo bambino è andato "oltre": distruggendo il giocattolo, ha cercato soprattutto di distruggere la gioia dell'altro, credendo così di poter controllare tutto e tutti. Ma questi due aspetti (rabbia e odio), non possono mantenersi a lungo allo stato puro, perchè porterebbero immancabilmente all'angoscia di perdere l'oggetto significativo. Ma la perdita dell'oggetto significativo, comporterebbe anche quella della propria immagine e della propria identificazione di base. Il bambino quindi deve mettere in atto una serie di meccanismi difensivi che gli permettano di difendersi da questa angoscia. I meccanismi difensivi sono vari e numerosi: dal fondamentale meccanismo della rimozione, alla repressione, dalla negazione alla idealizzazione, dalla introiezione alla proiezione ecc. La varietà dei meccanismi difensivi spiega la varietà della sintomatologia psiconevrotica. Alcuni meccanismi difensivi possono trasformarsi in strutture abbastanza stabili: ci troviamo di fronte ad un precipitato conflittuale che è il carattere nevrotico.