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L'inquadramento nosografico dei disturbi psicosomatici

di Nicola Lalli

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In questo senso la nosografia può diventare oltre che necessario punto di riferimento, anche strumento di verifica della coerenza della teoria. La nosografia che propongo, si basa su due principi fondamentali: da una parte è improntata ad un criterio psicosodinamico, il che significa che i sintomi hanno un senso e che c'è una causa psicologica, dall'altra ritiene che è presumibile la presenza di alterazioni biologiche che possono condizionare il disturbo psicopatologico. A parte questo ritengo utile sottolineare altri punti. 1. I quadri psicopatologici descritti sono costituiti non solo da un complesso di sintomi correlati in maniera statisticamente significativa, ma anche comprensibili e prevedibili sulla base di una teoria psicogenetica. 2. Le diverse categorie nosografiche presentano specifiche differenze che possiamo equiparare a strutture patognomoniche, per esempio nelle psicosi è presente una rottura dal rapporto con la realtà. 3. Le sindromi sono ordinate secondo un criterio ben preciso, che mostra una chiara vettorialità: dai disturbi più reversibili (nevrosi) a quelli non reversibili (demenze); da quelli sicuramente su base psicologica (nevrosi) a quelli con probabile base biologica (psicosi) a quelli con sicura base biologica (disturbi psichiatrici secondari); da disturbi che presentano un valido rapporto con la realtà (nevrosi, disturbi psicosomatici) a disturbi ove il rapporto con la realtà è alterato (psicosi) o deteriorato (demenze). 4. In questa vettorialità non sempre trova una sua precisa collocazione il fattore acuto-cronico che può essere presente nelle varie categorie; d'altra parte sappiamo, anche dalla Medicina, che il parametro acuto-cronico può essere un fattore discriminante in senso diagnostico. Cioè su base empirica e per uso pratico, la distinzione in malattie acute o croniche ha una sua validità operativa. Anche in psichiatria possiamo parlare di disturbi acuti o cronici: ma questo fattore può appartenere a tutte le categorie nosografiche. Poiché il fattore acuto si unisce spesso al fattore reazione ad un avvenimento, ho ritenuto opportuno riproporre la dizione di disturbi reattivi che hanno una duplice connotazione: brevità e benignità del decorso ed importanza del fattore esterno nel determinare il disturbo.