Home
- Articoli su Psicologia e Società
Plasticità cerebrale e funzioni cognitive
di Antonio Godino tratto da Psychofenia – vol. VI, n. 9, 2003
pag. 11 di 12
Per certi aspetti la situazione funzionale del SNC dell’anziano è quindi definibile come in uno stato di equilibrio dinamico sempre più precario. Ad un certo punto, inevitabilmente, alcuni meccanismi che
sono serviti a proteggere l’ordine funzionale del sistema si riveleranno controproducenti.Ad esempio,la
tendenza progressiva ad “automatizzare” le risposte nella soluzione dei problemi si trasforma in rigidità e
fissità della risposta ,con un calo della capacità di apprendere soluzioni nuove ed una riduzione della
funzione adattativa dell’intelligenza ( Salmaso , Caffarra, 1990 ).
Giunti a quel punto ogni variazione degli stimoli ambientali tenderà a produrre delle reazioni
inadeguate e diverrà una situazione di stress.Alcune situazioni che normalmente si verificano nell’età
matura e senile (come la vedovanza,il pensionamento,la morte degli amici,etc.) sono altrettanti fattori che
ingenerano una reazione depressiva e ,con essa,una riduzione della motivazione e dell’interesse nel
contatto con gli stimoli dati dall’ambiente.
Questo calo di interesse e di attenzione verso gli stimoli esterni produce una riduzione nel
rendimento intellettivo.Si tratta di una inibizione intellettiva di tipo affettivo,quindi di un fenomeno
teoricamente reversibile.
In pratica questa inibizione si aggiunge ad altri problemi (come il rallentamento
psicomotorio,l’innalzamento della soglia di risposta sensoriale , la ipo-ossigenazione corticale,la perdita
di neuroni,la vita meno ricca di stimoli,etc.) e si tende ad instaurare un circolo vizioso ( Godino , 1996 ).
Se non si interviene rapidamente ,con delle terapie farmacologiche e con degli interventi di sostegno
psicologico e rieducativo,la situazione si può deteriorare molto rapidamente ed in modo irreversibile.
In definitiva i meccanismi evolutivi che sono all’opera nello sviluppo del sistema nervoso centrale
sono dei raffinati meccanismi di compensazione e di mantenimento dell’omeostasi che hanno però un
limite interno e comportano anche una crescente fragilizzazione dell’equilibrio funzionale.
Le trasformazioni dell’architettura cerebrale e della struttura mentale sono dipendenti non da un
solo ordine di fattori ma da una interazione di fattori autoctoni e di adattamento funzionale conseguente
alla assimilazione di fattori esperenziali. Senza la presenza di patologie degenerative e con un ambiente
adeguatamente stimolante ( ovvero che contenga delle esperienze assimilabili da parte del sistema ) si
tratta però di meccanismi che consentono di mantenere la normale validità della coscienza e delle
funzioni mentali superiori , anche con un arricchimento di certi aspetti delle abilità cognitive , fino ad oltre
i 90 anni di età.
Una ricerca che consenta di determinare con precisione le tappe e le fasi di sviluppo cognitivo
nell’arco della vita , ricerca che si fonda su di una integrazione di conoscenze tratte dalla neurofisiologia
e dalla psicologia dei processi cognitivi , costituisce la base per iniziare a costruire delle buone risposte
al quesito etiologico iniziale sulla relazione fra mente e cervello ed insieme si costituisce come terreno di
confine di un ampio progetto interdisciplinare che vede riunite le scienze umane e le scienze naturali.