1.1 Il contesto teorico di riferimento del modello evolutivostrutturalista
Liotti e Guidano, sono partiti inizialmente da posizioni comportamentiste,
integrandole progressivamente con i principi delle terapie cognitive classiche
e della teoria cognitiva costruttivista.
Come spiega Liotti (1986, 92), dalle terapie cognitive classiche riprendono
l’ABC e il concetto di convinzione irrazionale, dalla Terapia Razionale
Emotiva di Ellis. Dalla Terapia Cognitiva di Beck riprendono il principio
dell’esistenza di relazioni tra schemi sopraordinati e schemi periferici, i
pensieri automatici e il concetto di distorsione cognitiva. Questi elementi
vengono, però, inseriti in un approccio che dà un valore maggiore alle
emozioni, come forma di conoscenza, e sottolinea il ruolo dell’interazione
nello sviluppo delle organizzazioni conoscitive e nella psicopatologia.
Il modello evolutivo-strutturalista fa parte dei modelli terapeutici
costruttivisti (Gianoli, 1994, 213). Liotti e Guidano, rifacendosi ai principi
delle teorie costruttivistiche e alla “teoria motoria della mente” di Weimer,
sostengono che l’uomo costruisce attivamente e soggettivamente la propria
rappresentazione del mondo, grazie all’elaborazione delle informazioni circa
il sé e il mondo esterno, immagazzinate nella memoria. La struttura
conoscitiva che ne deriva è contemporaneamente causa ed effetto
dell’esperienza. Comprendere la persona coincide, in questa prospettiva, con
la comprensione di come ella costruisce la sua esperienza e di come organizza
le sue conoscenze.
Al pari dei teorici dei costrutti personali, gli approcci strutturalisti alla
terapia cognitiva sono principalmente interessati all’organizzazione della
conoscenza personale di sé e del mondo. Questa organizzazione viene
descritta come un sistema gerarchico che si differenzia nel tempo,
articolandosi in costrutti centrali, o superordinati, e costrutti periferici.
I costrutti centrali, o superordinati sono quegli schemi che si situano ad un
livello elevato della gerarchia delle conoscenze, rappresentano gli elementi
costitutivi dell’identità personale e sono i più difficili da modificare. Infatti,
attorno a questi schemi centrali si organizzano schemi periferici, che si
modificano per consentire di assimilare le invalidazioni, senza modificare gli
aspetti fondamentali della personalità. Questi schemi hanno un importanza
minore all’interno del sistema conoscitivo e possono essere modificati con
maggiore facilità. La modificazione e l’ulteriore elaborazione di schemi
consente la progressiva articolazione del sistema conoscitivo, che diviene
sempre più complesso.
Il modello di Guidano e Liotti si differenzia dagli approcci costruttivisti
precedenti, in quanto da maggiore rilievo alla traiettoria evolutiva che plasma
la conoscenza che la persona ha di sé e del mondo e, soprattutto, perché
introduce la teoria dell’attaccamento di Bowlby in un modello cognitivo-comportamentale.
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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti
di Alessandra Pace
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