Home - Articoli sull'Infanzia e l'Adolescenza

L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?

di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005

pag. 5 di 43
2.1. I riti di passaggio *
??Il testo del paragrafo 2 è stato sviluppato da R. Panieri
Il rapporto tra pubertà e adolescenza si fa più complesso se si prendono in considerazione i dati provenienti dagli studi di antropologia culturale, riguardo i riti ed i periodi di iniziazione. In alcuni casi, il trapasso dall'infanzia all'età adulta avviene senza scosse e rimane ignorato dalla società, mentre in altri casi i riti della pubertà portano con sé un trapasso non dalla fanciullezza all'adolescenza, ma dalla fanciullezza all'età adulta. La letteratura sull'argomento evidenzia il fatto che non sempre il rito di iniziazione avviene in contemporanea con il momento della pubertà; inoltre mentre la durata della pubertà è stabilita da fattori biologici, quella dell'adolescenza è sociale ed è determinata dalle istituzioni e dalle norme che vigono in un dato gruppo sociale. Esse possono coincidere, ma ciò non accade necessariamente. Si afferma spesso che una delle caratteristiche del mondo "moderno" è la scomparsa dell'iniziazione: al contrario nelle società tradizionali esistono numerose varianti dei riti di iniziazione. I riti di iniziazione relativi al passaggio dall'età dell'infanzia a quella adulta, vengono celebrati alle soglie della pubertà e sanciscono l'ingresso ufficiale del giovane nella comunità degli adulti. Tale passaggio viene rappresentato attraverso una morte e una rinascita simbolica: il giovane muore nella sua vita infantile per rinascere in un'esistenza di adulto. Osserva J. Ries che: “L'atto rituale è legato ad una struttura simbolica che permette di realizzare il passaggio dal significante al significato, dall'immaginario alla realtà ontologica, dal segno all'essere” (Ries, J., I riti di iniziazione, 1986, p.10). Per acquisire il diritto di essere ammesso tra gli adulti, l'adolescente deve sottoporsi ad una serie di prove iniziatiche grazie alle quali sarà riconosciuto come un membro "responsabile" della comunità. Molti sono i contributi che la letteratura offre sull'argomento, tuttavia ci sembra utile restringere il campo a due autori fondamentali, Mircea Eliade e Arnold Van Gennep, dai quali possiamo attingere elementi di riflessione importanti. Il primo offre una chiave di lettura in termini di una supposta religiosità naturale dell'uomo, teoria che sebbene non condivisibile e sicuramente non universale, riteniamo comunque utile proporre. Il secondo offre invece una lettura in chiave più sociologica e antropologica.