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L'adolescenza: crisi psicologica o psicopatologia?

di Nicola Lalli – Agostino Manzi - Romana Panieri, 2005

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Sinteticamente possiamo centrare la nostra attenzione su alcuni aspetti che caratterizzano i diversi riti di iniziazione celebrati nelle società tradizionali. Notiamo così che l'iniziazione di pubertà comincia con un atto di rottura: il fanciullo è separato fisicamente dalla madre, in modi più o meno bruschi a seconda delle tribù. Ad ogni modo i novizi "muoiono all'infanzia" e le madri sanno che non ritroveranno più i loro figli quali erano prima dell'iniziazione. L'altro elemento determinante è la funzione delle numerose interdizioni (come la proibizione di mangiare, di bere, di dormire ecc.) cui il novizio è sottoposto nel periodo di separazione. Tutte queste interdizioni hanno per Eliade la funzione di esercizi ascetici che pongono il novizio a contatto con la meditazione e la concentrazione: “Le diverse prove fisiche hanno dunque pure un carattere spirituale. Il neofito viene preparato alle responsabilità della vita adulta e insieme svegliato progressivamente alla vita dello spirito. ... Le prove fisiche perseguono uno scopo spirituale: introdurre il ragazzo alla cultura, renderlo 'aperto' ai valori dello spirito” (M. Eliade, op. cit., p. 35). Dunque l'elemento fondante la concettualizzazione di Eliade è quest'esperienza di morte e di rinascita iniziatica che porta il novizio ad un "trapasso" da una situazione iniziale di 'nonconoscenza', ad un nuovo status di 'conoscenza', la fine dell'uomo naturale e non culturale ed il passaggio ad una nuova modalità di esistenza “ ... quella di essere 'nato allo spirito'”. (M. Eliade, op. cit., p. 189).