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Lo scarabocchio: un'attività della mente.
di Rocco Quaglia
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Così, secondo la rappresentazione canonica degli oggetti, il manico di un tazza non visibile al bambino sarebbe raffigurato per rendere l’oggetto riconoscibile, (Freeman, Janikoun, 1972); in realtà, la tazza è, per il bambino, non un oggetto da osservare, ma un oggetto utile per bere, e per compiere tale azione è necessario disegnare il manico. Conclusione Dalle osservazioni e dalle ricerche compiute sul comportamento grafico infantile si può a ragione dedurre che in nessun momento del suo sviluppo grafico il bambino sarebbe interessato a rappresentare la realtà; egli non disegna né quel che della realtà conosce (Luquet, 1927), né quel che vede (Arnheim, 1954), ma disegnerebbe inizialmente un’esperienza. I primi tracciati sono gesti rappresentati graficamente, gesti con una forte carica emotiva; gli scarabocchi onomatopeici, invece, sono traduzioni cinestetiche di una fantasia creatrice; gli schemi figurativi, infine, nati dal bisogno di identificare la realtà, sono un apparato scenico, allestito per una rappresentazione fantastica. Il bambino che disegna un aereo o una nave sta, in realtà, disegnando un’avventura che si consuma a mano a mano che il disegno procede; in ogni disegno c’è una storia e una sceneggiatura che costituiscono la parte più gratificante del comportamento grafico infantile. Quel che sorprende è la povertà di senso e di valore attribuito a questa attività infantile, pur tanto studiata e vagliata da una folta schiera di studiosi. Mai, come in questo caso, si è fatto attenzione a non oltrepassare il mero dato, pur di non incorrere nel pericolo di cadere nella rete delle “interpretazioni” personali; mai, in nessun’altra area del comportamento infantile, gli studiosi sono stati attenti a non riferire cose nuove, ripetendo quanto era già stato reso noto fin dalle prime ricerche condotte sull’argomento. Scarabocchiare è per il bambino una vera forma di esplorazione, oltre che di imitazione, in attesa di diventare un modo di comunicare il proprio mondo interno.