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L’osservazione del bambino in ambito educativo e psicoterapeutico

di Leonardo Angelini

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in cui l'educatore , il terapeuta - e più in generale l'adulto - possano con tutta la pienezza del proprio Sè condividere insieme al bambino uno spazio in cui la dimensione affettivo - immaginativa sia in primo piano. Ed allora quelle sezioni di infanzia, appartenenti a taluni milieux sociali e culturali che hanno per svariati motivi meno timore a lanciare tali "sonde", saranno più avvantaggiate delle altre nel definire un percorso di crescita psicologica autonomo e critico nei confronti dell'esistente. Questa è la discriminante odierna: autonomia contro eteronomia, criticità contro "adattamento". Discriminante che, si badi bene, non sostituisce ma si aggiunge a quelle precedenti dovute all'età, al sesso ed al censo. Anche l'antica scissione che nel percorso vi era fra una parte al femminile ed un'altra (l'educazione dai 7 anni in su) al maschile tende oggi a riproporsi in termini nuovi. Infatti se da un lato il sapere razionale impregna di sè ogni cosa che lungo questo percorso può essere incontrata e diventa la nuova sintesi che direttamente e freddamente seleziona, discrimina, normativizza, scarso è lo spazio che rimane al sapere ermeneutico. E' per questo che ad una smisurata folla di osservatori e di tecnici non corrisponde altro se non un insieme di cerimonie, tutte uguali a se stesse, poiché basate sugli stessi principi difensivi di razionalizzazione, che paradossalmente lasciano solo il bambino, o almeno quella parte del bambino che non può essere controllata, misurata, testata, oggettivata. Penso che, per fare qualche esempio, questi siano i rischi dell'approccio piagettiano (Becchi), così come di quello etologico (D'Odorico). Con ciò non voglio assolutamente dire che genetisti ed etologi siano "da buttare", anzi. Approcci di tipo oggettivante intanto hanno il pregio di fotografare molto bene il luogo in cui l'infanzia odierna viene posta e cioè di definire degli osservatori "astronomici" di assoluta precisione ed efficacia. In secondo luogo spesso si prestano ad applicazioni