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L’osservazione del bambino in ambito educativo e psicoterapeutico
di Leonardo Angelini
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Conseguentemente, ogni aspetto dell'osservazione sembra volto ad individuare ogni indizio che
lasci trasparire una discriminazione, uno squilibrio, onde poter intervenire: il più precocemente
possibile, in termini riparativi e compensativi, in ambito educativo, sanitario, assistenziale, etc.
E certamente è possibile individuare una simile preoccupazione compensativa in ogni ambito
delle scienze e delle tecniche che si interessano dei soggetti che sono incontrati lungo il
percorso "concepimento – gestazione – nascita - educazione": in ambito sia pedagogico che
didattico per quanto riguarda l'educazione, nella ricerca scientifica che avviene in ambito
psicologico, psichiatrico etc., così come nelle tecniche psicoterapeutiche, nella psicopatologia
dell'apprendimento etc. (la stessa cosa presuppongo avvenga in ostetricia e ginecologia);
nell'ambito della ricerca sociologica, così come nelle tecniche di intervento dei social worker.E
pure, nonostante questa spinta compensativa che anima tutti questi professionisti e che pure
produce frutti importanti sul piano delle esigenze di uguaglianza cui tutti gli utenti, tutti i
fruitori dei servizi ugualmente aspirano, mi pare che si possa dire che una nuova discriminante
sembra emergere oggi. Infatti la vera e propria coazione ad osservare, a testare, a valutare
(Angelini 1985/86), (quel fenomeno che Baudrillard chiamava "voyeurismo dell'esattezza")
che, come dicevamo prima, raggiunge oggi toni parossistici, nello stesso momento in cui tenta
di ricondurre nelle tranquille pareti "domestiche' dell'osservatore ogni aspetto che può essere
"addomesticato" secondo i criteri scientifici dell' osservazione moderna, lascia fuori, al di là
della porta di "casa", molti aspetti che dato il punto di osservazione scelto, risultano non
addomesticabili (Napolitani). Mi riferisco al bambino come "vortice istintuale" della Mannoni o
al bambino come portatore di una alterità irriducibile con la quale è possibile definire solo un
rapporto basato sulla definizione di una area, a noi periferica, di "gioco condiviso" e prima ancora
sul rispetto, da parte nostra, dell'area transizionale che egli va costruendo lungo il
processo di individuazione-separazione (Winnicott). 4) e 5) - E' su quest'altra faccia del