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Stile d’attaccamento e percorsi di sviluppo

di Alessandra Pace

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affettivo nel passato ed una forte ambivalenza emotiva (rabbia verso il genitore e desiderio di compiacerlo e di restarvi legato) rispetto a tali esperienze e all'influsso che hanno avuto sullo sviluppo del Sé. Questa ambivalenza è evidenziata anche (Kobak, Sudler, Gamble, 1991) dall'ansia e dalla confusione che caratterizza il racconto. Gli adolescenti che presentano un attaccamento di tipo C non riescono ad usare i ricordi episodici della propria storia per creare schemi descrittivi del proprio attaccamento (Main, 1995; 1996). L’impressione che si ha di fronte a tali racconti è che la coscienza della propria storia e di sé di queste persone sia inficiata dall’essere ancora troppo coinvolti nei legami d’attaccamento per potergli dare un significato chiaro e ceorente.
Anche il Sé (Pianta, Egeland, Adam, 1996) è rappresentano in modo ambivalente (vulnerabile e non), confuso e meno coerente (Lapsley, Rice, FitzGerald, 1990) rispetto ai coetanei con attaccamento sicuro. Descrivono i sentimenti vissuti nelle relazioni intime in modo poco coerente, logico ed integrato (Bartholomew, Horowitz, 1995). Non hanno una buona capacità introspettiva (Kobak, Sudler, Gamble, 1991; Pianta, Egeland, Adam, 1996; Shaver, Hazan, 1995). Si ritengono incapaci di usare costruttivamente (Kobak, Sceery, 1988) le proprie emozioni nei contesti sociali e durante la soluzione dei problemi e si definiscono molto ansiosi. Tuttavia, solo quest'ultima affermazione risulta confermata dalle descrizioni fornite dai loro amici. Tendono a mostrare un minore senso di unicità personale rispetto ai coetanei con attaccamento sicuro (Lapsley, Rice, FitzGerald, 1990), minore autostima e fiducia in se stessi (Bartholomew, Horowitz, 1995; Collins, Read, 1995; Lapsley, Rice, FitzGerald, 1990; Paterson, Pyor, Field, 1995) e negli altri (Feeney, Noller, 1995). Si descrivono come meno capaci di affermarsi e di affrontare le situazioni (Kobak, Scheery, 1988; Feeney, Noller, 1995), trovano maggiore difficoltà, rispetto alle persone con attaccamento sicuro, a creare legami intimi (Kenny, 1994) e ad adattarsi in ambienti e situazioni nuovi (Kenny, 1994; Lapsley, Rice, FitzGerald, 1990; Rice et al., 1995). Chiedono spesso supporto affettivo alle figure significative (Kobak, Scheery, 1988; Ryan, Lynch, 1989) e sono poco autonomi rispetto ad esse (Cassidy, Berlin, 1994). Sperimentano spesso un forte disagio e ansia nelle situazioni interpersonali, anche se sanno di poter contare sugli altri (Collins, Read, 1995; de Vito, Muscetta, 1996). Mostrano qualche difficoltà nel costruire legami, sia d'amicizia che d'amore, equilibrati, poichè non si fidano completamente dell'altro, hanno paura dell'intimità e, allo stesso tempo, tendono molto ad aggrapparsi all'altro o a prendersi eccessivamente cura di lui, per far si che non si allontani (Bartholomew, Horowitz, 1995; Collins, Read, 1995; Hazan, Shaver, 1987; Shaver, Hazan, 1995). Ritengono che il proprio problema interpersonale principale sia l'eccessiva "calorosità" che