accettano per ciò che sono (Bartholomew, Horowitz, 1995; Collins, Read,
1995; Lapsley, Rice, FitzGerald, 1990), hanno stima di sè (Bartholomew,
Horowitz, 1995; Paterson, Pyor, Field, 1995; Shaver, Hazan, 1995).
Sono in grado di fronteggiare le emozioni e vivono le esperienze
interpersonali con serenità (de Vito, Muscetta, 1996; Kobak, Scheery, 1988).
Si descrivono come capaci di stabilire legami intimi con gli altri e di adattarsi
in ambienti nuovi, tra persone sconosciute (Kenny, 1994; Rice et al., 1995).
Si mostrano sufficientemente individuati rispetto alla famiglia d'origine e
descrivono i propri genitori come persone affidabili, su cui potrebbero
contare nei momenti di difficoltà (Kobak, Scheery, 1988; Rice et al., 1995;
Ryan, Lynch, 1989).
Si descivono (le proprie autodescrizioni sono state poi confermate dai loro
amici) cordiali, socievoli, disponibili con gli altri, capaci di poter contare su
se stessi, ma anche di sapere quando hanno bisogno di fare affidamento sugli
altri e di usarli come una "base sicura" (Bartholomew, Horowitz, 1995;
Collins, Read, 1995; Kobak, Scheery, 1988; Shaver, Hazan, 1995).
Non mostrano di avere problemi interpersonali rilevanti (Bartholomew,
Horowitz, 1995), hanno fiducia negli altri e tendono a percepirli come ben
intenzionati e cordiali (Hazan, Shaver, 1987). Sanno che possono contare sui
propri amici e non sono tipi solitari (Kobak, Scheery, 1988).
Anche nel rapporto di coppia e nelle aspettative circa la possibilità di
legarsi ad un partner (Bartholomew, Horowitz, 1995; Collins, Read, 1995),
gli adolescenti con attaccamento sicuro tendono a rappresentare sia se stessi
che l'altro in termini positivi ed ottimistici, ma in modo realistico. Il legame
col partner (Bartholomew, Horowitz, 1995; Collins, Read, 1995; Feeney,
Noller, 1995; Hazan, Shaver, 1987) è vissuto come un rapporto che implica
anche rispetto, amicizia, sostegno reciproco, ma non annullamento o
dipendenza. In genere, descrivono le proprie storia d'amore come felici, pur
se con dei naturali difetti.
L’attaccamento di tipo A
I bambini con attaccamento di tipo A (Liotti, Pallini, 1990) nella Strange
Situation mostrano un’esplorazione rigida dell’ambiente estraneo e sembrano
indifferenti alla figura d’attaccamento. L’impressione che si ha di fronte a
questi bambini è che il comportamento di attaccamento sia inibito. In realtà
(Liotti, 1994), l’atteggiamento di indifferenza che assume il bambino verso la
figura d’attaccamento, è soltanto una strategia finalizzata a garantirsi la poca
vicinanza che questa gli consente. Questo bambino sta soltanto mettendo in
atto (Holmes, 1994) una difesa patologica “secondaria”, al fine di mantenere
la vicinanza con un genitore rifiutante.
Infatti (Liotti, Pallini, 1990), le figure d’attaccamento di questi bambini
mostrano, generalmente, un rifiuto a rispondere alle richieste di protezione ed
affetto del piccolo. La loro mimica nell’esprimergli emozioni è rigida, povera
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Stile d’attaccamento e percorsi di sviluppo
di Alessandra Pace
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