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La sindrome da alienazione genitoriale

di Guglielmo Gullotta

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mostrare gusti, idee, opinioni… diametralmente opposti a quelli dell'altro genitore; "sgenitorializzare" l'altro genitore, ad esempio chiamandolo col nome proprio ("C'è Giovanni al telefono" invece di "C'è tuo padre al telefono"), togliendo le sue foto dalla casa…; meta-comunicare in modo paradossale sull'altro genitore ("Ci sarebbero molte cose da dire su tua madre, ma io non sono uno che critica i genitori"; "Rispetto la decisione di tuo padre di venirti a trovare, che lo voglia veramente o meno"; "Lo sai che in fondo tuo padre ti vuole bene, anche se non ti sta più vicino)", creando doppi legami che lo confondono e lo rendono più facilmente suggestionabile; mistificare le impressioni ed i sentimenti del figlio ("Non puoi essere scontento, con tutto quello che faccio per te"; "Non puoi voler bene a tuo padre, non hai visto come si è comportato?)"; chiedere continuamente al figlio cosa ne pensa dell'altro genitore, costringendolo a prendere posizione, e premiarlo o punirlo a seconda delle sue risposte. È evidente che le tecniche descritte siano solo alcune di quelle maggiormente riscontrate nella letteratura e che sia sufficiente l'utilizzo di qualcuna di esse per provocare gli effetti descritti, ma ciò non esclude che altri metodi di brainwashing , tra gli innumerevoli esistenti, possano essere posti in atto, più o meno consapevolmente, determinando la sindrome di alienazione genitoriale. Allo stesso modo, non è scontato che l'utilizzo di tali tecniche porti inevitabilmente il bambino a schierarsi con il genitore programmatore, soprattutto se il figlio possiede un livello di autonomia cognitiva, affettiva e sociale tale da impedirgli di essere suggestionato. Non si esclude peraltro che egli possa coscientemente accettare il ruolo ascrittogli e colludere con uno dei genitori per gettare discredito sull'altro al fine di ottenere un qualche tipo di concessione, per semplice vendetta a causa di un torto subìto o percepito come tale, per rendere più probabile l'affidamento al genitore preferito. Nella letteratura vengono descritte alcune caratteristiche psicologiche e comportamentali del genitore bersaglio che faciliterebbero l'instaurarsi della PAS, anche se ad esso è generalmente attribuita un'importanza minore rispetto al ruolo del genitore programmatore (Wakefield, Underwager, 1990; Rand, 1997b): - il sesso: in due terzi dei casi il genitore bersaglio è il padre, che ha quindi maggiore probabilità di essere vittima della PAS soprattutto quando viene accusato falsamente di abuso sessuale; - la responsabilità attribuita per il fallimento del matrimonio: il genitore a cui viene attribuita tale responsabilità ha maggiore probabilità di divenire genitore bersaglio, soprattutto quando è stato infedele al coniuge o ha avviato una nuova relazione subito dopo la separazione;