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BAMBINI A RISCHIO NELLE SEPARAZIONI CONFLITTUALI: L'ABUSO SUL MINORE

di Francesco Montecchi

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Questi sono bambini in cui viene distrutta l'immagine di un genitore, ma in cui anche l'immagine del genitore scelto ne risulta immancabilmente danneggiata. Per il minore non è possibile crescere bene, avendo dentro se stesso l'immagine materna o paterna svalutata, disprezzata, eliminata o negata. Per non essere sopraffatto dall'angoscia il bambino utilizza meccanismi difensivi di scissione e negazione da cui derivano poi le strutture psicotiche; dai vissuti di perdita e di lutto derivano le strutture depressive; dal senso di abbandono da parte del genitore più debole derivano stati di angoscia; dai sentimenti di impotenza di fronte alla tensione dei genitori derivano le tendenze a regredire ad atteggiamenti di dipendenza infantile, fino a strutturare vere e proprie patologie simbiotiche per potersi assicurare la garanzia di punti di riferimento certi. Limitandosi a considerare il bambino e senza entrare in modo diretto nel merito dei disturbi della personalità e delle psicopatologie di uno od entrambi i genitori in lotta, si rileva frequentemente che le caratteristiche psicopatologiche dei bambini osservati hanno spesso una corrispondenza nella struttura della personalità di uno dei genitori, tale da poter affermare che le caratteristiche psicologiche e psicopatologiche dei genitori orientano quelle del figlio. La constatazione più problematica che diversifica le patologie di questi bambini dalle analoghe patologie dei figli di coppie unite è la difficoltà di poter accedere ad un trattamento psicologico poiché i genitori, impegnati nella loro lotta, non si motivano ad un lavoro terapeutico sul figlio. L'iter processuale, poi, collude con le tendenze della coppia a relazionarsi in termini di giusto/ingiusto, bravo/inefficiente, vittima/carnefice. A questo proposito è rilevante il ruolo degli avvocati che spesso inaspriscono il conflitto, innescando una escalation simmetrica al di là delle intenzioni dei loro clienti. Questi, da parte loro, preferiscono illudersi di fare il bene del figlio attraverso la soddisfazione della loro vittoria, piuttosto che aiutarli in termini medici e psicologici, poiché un cambiamento del figlio li costringerebbe a rinunciare al suo uso e al suo possesso e li solleciterebbe a guardarsi dentro e a chiedersi cosa è sotteso a certe ostinate iniziative intraprese in nome del bene dei figli. Una nota critica (ed una speranza) è da rivolgere ai professionisti dell'area psicologica e psichiatrica che lavorano nelle contese legali, i quali, talvolta, colludono con le conflittualità. Ancor più grave è la situazione quando i predetti esaminano i bambini non per dar loro un aiuto, ma per cogliere gli aspetti utilizzabili a favore del proprio cliente.