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L'emergere dell'identità di adolescenti nelle discussioni in classe

di Francesco Arcidiacono e Maria Cristina Pigotti

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Inoltre grazie a studi e ricerche empiriche, come quelle di Rutter (1980) e di Coleman e Hendry (1990), si è potuto constatare come l’adolescenza non sia un’età inevitabilmente segnata da crisi e momenti di difficoltà per tutti gli individui e che quindi esistono diversi modi di vivere e di dare significato all’adolescenza. Per questi motivi l’attenzione di numerosi studiosi si è spostata su determinati “compiti di sviluppo” che un individuo deve affrontare durante l’adolescenza per diventare adulto e sul fatto che le trasformazioni che si verificano nel corso dell’adolescenza sono strettamente interdipendenti con l’evoluzione del sistema identitario; accanto ai cambiamenti fisici e all’allargamento dell’orizzonte cognitivo, i rapporti e le relazioni che un individuo ha con la propria famiglia e con i pari costituiscono un fondamentale modello di riferimento per l’acquisizione del senso d’identità. Gli studi psicologici che si sono occupati di delineare il concetto di identità in adolescenza sono numerosi: Jervis (1997) suggerisce che tali studi possano essere suddivisi in due schieramenti principali. Il primo è “pubblico, oggettivo e sociale” e comprende studi sulle identità collettive e sulle identità individuali, viste dall’esterno, attraverso l’analisi delle loro caratteristiche oggettive. Questo schieramento è stato predominante fino agli anni ’60 grazie anche allo sviluppo della corrente comportamentista che ha posto in primo piano l’influenza dei fattori ambientali e contestuali sul comportamento e sulla definizione della propria identità. Il secondo schieramento è invece “privato, soggettivo e psicologico” e comprende studi che pongono l’attenzione in maniera esplicita sulla costruzione personale e soggettiva dell’identità di ciascuno. Questo modo di vedere le cose si è diffuso soprattutto dopo gli anni ’60, anche grazie alla nascita del cognitivismo e all’interesse sui processi mentali interni della persona. Occorre però aggiungere che in anni più recenti si è affermato un modello di tipo interazionista, che considera il comportamento e la costruzione dell’identità come il risultato della continua interazione tra situazione esterna alla persona (contesto) e caratteristiche personali (individualità). I più recenti approcci di studio dell’identità in adolescenza hanno sottolineato che la costruzione dell’identità non presenta per tutti le stesse difficoltà e i medesimi percorsi.