Attendibilità
Smorti (1985) osserva che le scale globali danno risultati più soddisfacenti
di quelle relative agli aspetti strutturali e formali, e sono quindi
più stabili di quelle dei singoli dettagli, un dato confermato da Naglieri
(1988) con un’affidabilità test-retest, basata sul global quantitative scoring,
che va da .60 a .89 con una media di .74. Sempre Naglieri (1988),
nel manuale del suo sistema di scoring, riporta una affidabilità intergiudici
di .92 calcolata per i disegni di soggetti maschi e di .93 per quelli di soggetti
femminile. Per quanto riguarda l’attendibilità tra giudici sulla rilevazione
dei particolari delle figure disegnate, Lehner e Gunderso (1952) sostengono
che il DFU ha stime piuttosto buone. Evans e Schmeidler
(1966) confermano l’affidabilità intergiudici che, nella loro ricerca effettuata
su 240 disegni di 60 studenti valutati da due giudici utilizzando il
Witkin’s Sophistication of Body Concept (una misura di campo-dipendenza
applicata al DFU), è di .71. Se i disegni dei maschi e delle femmine erano
combinati, l’attendibilità andava da .75 fino a .79, confermando un livello
adeguato di questo indicatore.
Nella ricerca di Beck e Bart (1970) l’affidabilità intergiudici aumenta a
.91. Risultati negativi sono invece quelli di Schaefer (1975) che in uno
studio effettuato su venti studenti per verificare la relazione tra il concetto
di sé ed il DFU, conclude che l’affidabilità intergiudici non può essere
sostenuta. Lo studio di Kahill (1984) ha ottenuto un dato incoraggiante,
un accordo intergiudici di .80, sempre piuttosto rispettabile.
Nella sua revisione, Trevisan (1996) trova livelli di affidabilità che vanno
da .67 fino a .78, e coefficienti dell’ordine di .90 nell’accordo tra giudici
con la versione Screening Procedure for Emotional Disturbance (Naglieri,
McNeish e Bardos, 1991), non ancora disponibile in Italia.
Lo studio recente di Rae e Hyland (2001) rivela che con il sistema di
valutazione di Koppitz (descritto in Lis, 1998) è stata ottenuta un’affidabilità
intergiudici alta, ma una molto bassa per il test-retest. Beck e Bart
(1970) nel loro studio trovano un’affidabilità test-retest di .81 dopo due
mesi mentre Schofield (1978) dopo cinque settimane ottiene un coefficiente
di .53.
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Lo stato preoccupante delle tecniche proiettive per l'età evolutiva in Italia
di Patrizio E. Tressoldi, Claudia Barilani e Luigi Pedrabissi
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