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Lo stato preoccupante delle tecniche proiettive per l'età evolutiva in Italia

di Patrizio E. Tressoldi, Claudia Barilani e Luigi Pedrabissi

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Commento
Per quanto riguarda le misure di attendibilità, i metodi della Koppitz e di Naglieri ed in generale quelli riferiti agli indici globali permettono di ottenere migliori coefficienti di affidabilità, in particolare tra giudici. Sembra pertanto opportuno tralasciare l’impiego di metodi di scoring basati su dettagli isolati. L’attendibilità test-retest sembra invece meno stabile, molto probabilmente perché molto dipendente dalla variabilità delle prestazioni del disegno sia per fattori evolutivi che contestuali (Thomas e Jolley, 1998), non necessariamente emotivi.

Validità

Considerando il prevalente uso clinico di questo reattivo, la validità che più interessa è quella discriminante o convergente con altri criteri o strumenti che permettano di identificare specifiche caratteristiche e/o condizioni di psicopatologia. Johnson (1971) si è occupato di verificare la validità delle ombreggiature, delle cancellature e delle linee rinforzate come indicatori di ansietà, ma non si sono trovate correlazioni significative tra i punteggi delle cancellature e delle linee rinforzate con i punteggi dell’ansia. È stata comunque trovata una relazione statisticamente significativa tra il tipo di ombreggiatura e l’ansietà, supportando così la validità di questo indicatore. Secondo le ipotesi della Machover, disegnare per prima una persona di sesso opposto indicava una probabile omosessualità o una confusione circa l’identità sessuale. In realtà molti studi successivi non hanno convalidato questa interpretazione, a partire da quelli di Brown e Tolor (1957) e di Hammer (1959) riguardanti l’identificazione del sesso del primo personaggio disegnato. Non si sono trovate differenze nella percentuale di disegni del sesso opposto fatti per primi da lesbiche (Hassel e Smith, 1975; Janzen e Coe, 1975) o da omosessuali (Roback, Langevin e Zajac, 1974). Lo studio più recente è quello di Von Ornsteiner (2000) secondo il quale non c’è una differenza significativa tra l’autoidentificazione degli omosessuali e degli eterosessuali maschi per il disegno di sesso femminile effettuato per primo.

Standardizzazione italiana

Non c’è documentazione disponibile di una standardizzazione italiana.