Home - Articoli sulla Psicologia Giuridica

Lo stato preoccupante delle tecniche proiettive per l'età evolutiva in Italia

di Patrizio E. Tressoldi, Claudia Barilani e Luigi Pedrabissi

pag. 6 di 15
Analisi della letteratura

Dall’analisi delle rassegne sul DFU, emerge una situazione contrastante. Swensen (1968), analizzando le ricerche pubblicate dal 1957, rileva come ognuna di queste abbia migliorato sostanzialmente in qualità ed abbia prodotto un aumento dei supporti empirici per l’utilizzo del disegno della persona come strumento clinico. Questa evidenza suggerisce che la validità di un particolare dettaglio del disegno è direttamente correlata all’affidabilità dello stesso. I punteggi globali sono molto affidabili e validi, mentre i segni individuali lo sono meno. Roback (1968) nello stesso anno, esaminando la letteratura dal 1949 al 1967, trova che gli studi citati non sostengono in generale le ipotesi della Machover e che quelli che soddisfano i criteri di qualità sono piuttosto carenti, suggerendo addirittura di escludere questa tecnica dagli strumenti da utilizzare nelle indagini cliniche. In una recente revisione delle ricerche che hanno utilizzato il DFU per indagare situazioni di abuso fisico o sessuale in età evolutiva, Veltman e Brown (2002), oltre a sottolineare la scarsità di ricerche sull’argomento (solo 23 in un arco di tempo di circa 40 anni), ed una variabilità nelle procedure di analisi dei disegni che rende difficile il confronto tra i diversi studi, rilevano una situazione assolutamente indefinita che porta a raccomandare l’utilizzo del disegno solo come procedura per favorire la relazione con il bambino. Tra le varianti del DFU che sembrano offrire prospettive di validazione psicometrica più soddisfacenti c’è da segnalare il Il DAP: SPED (Draw A Person: Screening Procedure For Emotional Disturbance).

Il DAP: SPED (Draw A Person: Screening Procedure For Emotional Disturbance)Si tratta di un sistema di scoring composto da 51 item, proposto da Naglieri nel 1988 mirato all’identificazione di bambini ed adolescenti con difficoltà emozionali. Il sistema è stato perfezionato successivamente grazie anche all’aiuto di altri studiosi (Naglieri, McNeisch e Bardos, 1991). Nello studio successivo di Naglieri e Pfeiffer (1992), effettuato su 54 studenti normali e 54 con problemi psichiatrici, il T score del campione clinico risultò significativamente più alto dal punto di vista statistico rispetto a quello dei soggetti normali, indicando che il gruppo di soggetti clinici produce più segni associabili a disturbi emozionali rispetto al gruppo di controllo. Ulteriori analisi dimostrarono un incremento dell’accuratezza della diagnosi del 25.8%. Risultati simili sono stati ottenuti nello studio di McNeisch e Naglieri (1993) in cui il gruppo di studenti in classi speciali con disturbi emotivi dava punteggi standardizzati statisticamente diversi rispetto al gruppo di studenti normali. Gli studi di Wrightson e Saklofske (2000) non confermano invece questa capacità discriminativa del DAP: SPED. In questo stesso studio, la Devereux Behavior Rating Scale e la Child Behavior Checklist apparivano in grado di differenziare meglio tra studenti normali e studenti con problemi comportamentali. Inoltre l’affidabilità test-retest del DAP: SPED dopo 23-27 settimane è risultata relativamente bassa. Bruening, Wagner e Johnson (1997) dai dati ottenuti dalla loro indagine hanno rilevato che i soggetti che avevano subito un abuso sessuale non presentavano punteggi evidenti al DAP: SPED tali da differenziarli da quelli senza abusi. Matto (2002) ha esaminato la validità predittività del DAP: SPED come predittore del comportamento di un campione clinico di 68 bambini nell’età della latenza (6-12 anni) ricevuti presso un servizio di consulenza. I risultati dello studio hanno mostrato che il DAP: SPED totale (punteggi di maschi e femmine sommati) era un predittore significativo per la spiegazione delle variazioni del comportamento disturbato. Queste evidenze prestano un ulteriore sostegno alla validità del DAP: SPED nel procurare informazioni circa il funzionamento del comportamento infantile.