Home
- Articoli sul Costruttivismo
Il costruttivismo e le sue radici
di Ernst von Glasersfeld
pag. 2 di 15
Il Ramo Cibernetico
Sin dal momento della sua nascita, negli anni quaranta, i fondatori della cibernetica si
resero conto che il complesso di idee rivoluzionarie via via formulate, nei campi
dell'ingegneria del controllo e della comunicazione, avrebbero comportato profonde
conseguenze per la filosofia della scienza e l'epistemologia in genere. Tuttavia, pur
rilevandosi spunti, nei lavori di Wiener, Shannon, McCulloch e Ashby, che lasciano
intravedere un cambiamento di atteggiamento nei confronti della problematica della
conoscenza umana, ci vollero più di vent'anni prima che negli Stati Uniti si tentasse di
costituire un epistemologia adeguata ai concetti cibernetici dell'autoregolazione, della
causalità circolare e dell'equilibrio interno degli organismi. Tentativi dai quali sorse poi
quella teoria della conoscenza che si potrebbe chiamare costruttivismo cibernetico. Il
concetto dell'autoregolazione ebbe origine dai tentativi di costruire congegni meccanici
("servomeccanismi") in grado di sostituirsi ad attività umane che avevano lo scopo di
sorvegliare un'aspetto specifico di una data situazione e di controllarlo, o governarlo, come
farebbe un agente umano. Il termostato dei frigoriferi è forse l'esempio più noto. Al
termostato si fa registrare una specifica temperatura limite e, se tutto funziona (incluso
l'impianto di raffreddamento), il termostato poi fa sí che, nell'ambiente controllato, la
temperatura non superi il valore indicato. Non è però il termostato a scegliere l'aspetto da
controllare né il valore da mantenere. Questa scelta — e ciò vale per tutti i congegni
cibernetici — viene fatta da un agente esterno. Questo fatto, ovvio e quasi insignificante
nell'ambito dell'ingegneria, assunse un importanza centrale quando si tentò di applicare i
concetti cibernetici al campo della cognizione. In effetti portò a una distinzione fra ciò che,