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- Articoli sul Costruttivismo
Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti
di Alessandra Pace
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1.4.2 L’attaccamento e le sindromi cliniche
Tra i vari quadri psicopatologici che si presentano nelle popolazioni
cliniche, Guidano e Liotti (1983, 107) presentano i quattro più
frequentemente riscontrati. Essi sono: l’agorafobia e le fobie multiple ad essa
correlate, la depressione, i disturbi dell’alimentazione e il disturbo ossessivocompulsivo.
Per ognuno di loro tracciano le possibili esperienze di attaccamento che li
hanno prodotti, sottolineando che la manifestazione dei sintomi che
caratterizzano queste patologie è riconducibile a eventi attuali stressanti che
riguardano la costruzione e la rottura dei legami affettivi. La ragione sta
proprio nel fatto che il nucleo patogeno delle sindromi cliniche è
riconducibile all’esperienza relazionale primaria, ossia all’attaccamento.
Durante la formazione o la rottura dei legami affettivi le convinzioni circa il
sé e l’altro che si sono formate durante esperienze infelici di attaccamento,
vengono “riattivate”, evidenziando una organizzazione cognitiva
disfunzionale.
Tra gli eventi precipitanti che possono evidenziare questa organizzazione
(1983, 114), l’adolescenza è il principale in ordine di tempo. In questa fase
della vita, infatti, la maturazione cognitiva e sessuale conducono la persona a
distaccarsi dalla famiglia e a costruire nuovi legami. Per questo motivo la fase
adolescenziale è una fase in cui è probabile che vengano evidenziate le
organizzazioni cognitive disfunzionali.
Analizziamo, ora, le quattro organizzazioni cognitive patologiche studiate
da Guidano e Liotti, mostrando il ruolo che l’attaccamento ha avuto nella loro
formazione.
1.4.2.1 L’attaccamento e l’agorafobia
L’esperienza d’attaccamento che è all’origine dell’agorafobia, così come
delle fobie multiple ad essa correlate, è caratterizzata da un blocco del
distacco. La figura d’attaccamento della persona agorafobica è stata descritta
da Bowlby (1975, 375-386) come una persona ambivalente e spesso
iperprotettiva verso il bambino, al punto da convincerlo che il mondo esterno
sia pieno di pericoli e che lui sia debole
Il bambino (Guidano, Liotti, 1983, 107-108) sperimenta nei suoi confronti
un attaccamento ansioso. A causa della forte paura di perdere la vicinanza di
questa persona e di trovarsi solo e indifeso in un mondo pericoloso, il
bambino non si allontana mai da lei e non esplora autonomamente l’ambiente.
Nel corso del suo sviluppo il bambino cercherà di esercitare un controllo
estremo di ogni minima debolezza. In questo modo prova un forte senso di
costrizione e di dipendenza, da cui deriva una grande aspirazione alla libertà.