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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti

di Alessandra Pace

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1.5.1 La relazione terapeutica La relazione terapeutica (Guidano, Liotti, 1983, 119-129) ha lo scopo di cambiare quegli aspetti della conoscenza di sé del paziente, che creano una inutile sofferenza. Questa relazione diventa, allora, simile ad una ricerca o ad un dibattito scientifico, svolto su un piano collaborativo. Il cambiamento cognitivo deve avvenire durante un processo che vede il terapeuta impegnato su due fronti. Egli deve innanzitutto rispettare il più a lungo possibile l’identità personale del paziente. Allo stesso tempo non deve confermare i suoi assunti patogeni di base. Per far ciò il terapeuta ha la necessità di conoscere l’organizzazione cognitiva che soggiace alla sindrome patologica. Ciò coincide in gran parte con la conoscenza degli stili devianti di attaccamento. Questi stili possono essere riconosciuti dal terapeuta attraverso l’analisi di come il paziente costruisce le sue relazioni, compresa la relazione terapeutica. A partire da queste constatazioni, il terapeuta può ricostruire i modelli rappresentativi dell’attaccamento e della separazione, aprendo la strada alla loro ristrutturazione. Affinché questo avvenga egli deve rappresentare per il paziente una base sicura da cui partire per esplorare le aree sconosciute, di cui il paziente ha paura. Solo in una tale atmosfera il paziente è in grado di conoscere e di mettere in discussione i suoi assunti.

1.5.2 La strategia terapeutica
La strategia terapeutica (Guidano, Liotti, 1983, 131-141) parte dal presupposto che il comportamento sintomatico del paziente sia il risultato del tentativo che egli fa di mantenere inalterata la sua organizzazione di conoscenza nell’interazione con un ambiente in continuo cambiamento. Affrontare il comportamento sintomatico implica, perciò, la conoscenza dell’organizzazione conoscitiva del paziente. Questa conoscenza viene realizzata con una procedura d’assessment mirata a indagare le strutture cognitive costruite dalla persona nel corso del suo sviluppo. Queste strutture sono analizzate sia nella loro relazione reciproca sia in prospettiva temporale. L’analisi delle loro interrelazioni è importante al fine di individuare il ruolo che esse hanno all’interno di quell’ipotetico programma di ricerca che è il sistema conoscitivo individuale. L’analisi temporale degli schemi, invece, consente di conoscere in quale fase dello sviluppo cognitivo-affettivo si sono formate. Il paziente, attraverso questa procedura di ricostruzione, acquista una progressiva consapevolezza di come egli ha costruito le sue strutture conoscitive. Scopre che queste strutture sono il risultato di esperienze del passato, definite e contestualizzate.