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Il modello evolutivo strutturalista di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti

di Alessandra Pace

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1.2.3 I comportamenti e la costruzione degli schemi I comportamenti sono strettamente legati ai processi cognitivi e alle esperienze emozionali della persona. Esiste infatti un feed-back tra comportamento prodotto, emozioni e rappresentazioni: da un lato i sistemi rappresentativi dirigono il repertorio comportamentale; dall’altro gli effetti ambientali così prodotti forniscono nuove informazioni da elaborare, fungendo da regolatori delle strutture cognitive stesse. Perciò i comportamenti sono un elemento importante nella costruzione della conoscenza. Tra i vari comportamenti realizzati nel corso della vita ce ne sono alcuni di fondamentale importanza. Sono regolati da sistemi comportamentali innati che guidano le azioni, influenzando anche la percezione, le emozioni e le rappresentazioni. Tra questi sistemi c’è l’attaccamento. Analizziamo, allora, il rapporto che esiste tra comportamenti e schemi, focalizzando successivamente l’attenzione su due sistemi comportamentali, l’attaccamento e l’esplorazione, che si rivelano fondamentali nella costruzione della conoscenza. 1.2.3.1 Il rapporto cognitivo-comportamentale Il rapporto cognitivo-comportamentale (Guidano, Liotti, 1979, 94-98) svolge una funzione di reciproca direzione e si autoregola attraverso il mantenimento o la ristrutturazione delle convinzioni. Il mantenimento della congruenza tra convinzione, emozione, comportamento prodotto ed effetti ottenuti, è un processo che può essere realizzato sia tramite operazioni cognitive sui sistemi di rappresentazione (inferenza arbitraria, ipergeneralizzazione, polarizzazioni), che tramite operazioni sui dati ambientali (selezione “percettiva” dei dati ambientali, manipolazione “non intenzionale” degli effetti ambientali). Attraverso questo processo la persona cerca di assimilare le nuove informazioni agli schemi precedenti. La ristrutturazione delle convinzioni viene realizzata quando la persona, di fronte ad effetti ambientali incongruenti con le sue convinzioni, opera un accomodamento dei suoi schemi e riorganizza il suo repertorio comportamentale in funzione delle nuove convinzioni. La ristrutturazione può avvenire in vari modi. Tramite lo spostamento, la nuova scoperta coesiste accanto alla precedente senza modificarla. Attraverso l’assorbimento, c’è una ristrutturazione più efficace che modifica l’assunto originario e il repertorio comportamentale viene riorganizzato in modo più o meno limitato. Tramite l’integrazione, c’è una ristrutturazione ancora più efficace, che vede Il modello evolutivo strutturalista di Guidano e Liotti 109 l’integrazione della vecchia convinzione in un’altra di livello gerarchico superiore. Come si può vedere, il rapporto cognitivo-comportamentale è un’organizzazione che, mediante effetti congruenti o ristrutturanti, porta ad un’evoluzione progressiva dello stile rappresentativo, che determina un “programma di vita” corrispondente. 1.2.3.2 Il sistema comportamentale dell’attaccamento A partire dalla pubblicazione di Cognitive processes and emotional disorders, Guidano e Liotti focalizzano la loro attenzione su un particolare sistema comportamentale innato, il sistema che guida i comportamenti di attaccamento. Liotti, in seguito, ha approfondito lo studio dei sistemi comportamentali, sottolineando il ruolo che tutti i sistemi sociali assumono nella vita interpersonale ed intrapsichica. Bowlby (1972, 89-112) è stato il primo a studiare il ruolo dei sistemi comportamentali innati nella regolazione delle percezioni e dei comportamenti umani. Il sistema comportamentale dell’attaccamento è il sistema sociale che si attiva per primo nel corso della vita e per questo è fondamentale per comprendere lo sviluppo individuale. Accanto a questo sistema operano altri sistemi, che però si attivano più tardi nel corso della vita. Tra questi troviamo i sistemi sessuale, alimentare, di custodia e di esplorazione. Il termine “comportamento di attaccamento” (1972, 224) racchiude al suo interno tutti questi comportamenti realizzati al fine di raggiungere la vicinanza di una persona che possa offrire aiuto e protezione. Questo comportamento (1972, 248) è presente fin dalla sesta-ottava settimana di vita ed è più intenso quando si verificano variazioni organismiche o ambientali che fanno aumentare lo stato di allarme del bambino. La funzione (1972, 275- 276) di questo comportamento innato è ottenere la protezione da eventuali pericoli. Liotti (1983, 23) precisa che la action rule e la stopping rule del sistema d’attaccamento, non “stanno nel” bambino, né “nel” suo ambiente. Esse esistono in quanto esiste l’interazione tra bambino e ambiente, definiscono un aspetto di tale interconnessione e sono definite dall’interconnessione stessa. I comportamenti di attaccamento sono rivolti verso le persone con cui il bambino ha un legame più intenso. Come sostiene Bowlby (1972, 271-272), il bambino nel primo anno di vita sceglie una figura d’attaccamento principale e tende a preferirla alle altre. Nel secondo anno di vita il piccolo tende a mostrare attaccamento verso altre persone, pur mantenendo la sua preferenza verso una persona in particolare. Si può ipotizzare (1972, 366-367), quindi, che le figure d’attaccamento siano disposte in modo gerarchico.