Esistono molteplici possibili risposte che i genitori potrebbero mettere in atto nel rispondere ai segnali dei bambini ed al loro bisogno di protezione, tuttavia gli schemi di riferimento dei bambini nelle relazioni di attaccamento ne rendono effettive una gamma piuttosto specifica e circoscritta; i numerosi studi all’interno della teoria dell’attaccamento hanno permesso il raggruppamento delle modalità relazionali osservate, all’interno di pattern di attaccamento specifici, particolarmente all’interno della diade madre-bambino (Ainsworth, 1985, 1978; Main e Solomon, 1990; Main e Hesse, 1990, 1992; Crittenden, 1999, 1997, 1994, 1992).
I pattern di attaccamento si evidenziano intorno al nono mese di vita del bambino e costituiscono le sua aspettative organizzate rispetto ai comportamenti delle figure genitoriali, in essi può variare, anche significativamente, la selezione e la preferenza dei canali conoscitivi (cognitivo e affettivo) all’interno delle strategie utilizzate nella protezione del sé. I lavori di Ainsworth hanno permesso di osservare principalmente tre pattern o configurazioni di attaccamento (Ainsworth, 1979): Tipo A, Tipo B e Tipo C.
L’evitante/difeso, contraddistinto con la sigla ‘A’, vede il bambino acquisire spesso un atteggiamento inibito, ritirato e guardingo all’interno di un contesto relazionale tendenzialmente rifiutante o intrusivo, con lo scopo di mantenere rispetto alle figure genitoriali una ‘distanza di sicurezza’ comportamentale ed affettiva.“I soggetti con una strategia Tipo A si organizzano attorno a risultati di cui hanno fatto esperienza e di cui si aspettano la ricorrenza nel futuro. Questi individui minimizzano la consapevolezza dei sentimenti negativi e fanno ciò che si aspettano venga rinforzato, evitando di fare ciò che si aspettano sia punito.”(Crittenden, 2008).
Il sicuro, corrispondente alla lettera ‘B’ è caratterizzato da un rapporto di reciprocità tra genitori e bambino all’interno del quale quest’ultimo sperimenta la prossimità e la lontananza in modo sereno poiché percepisce le figure affettive come sempre disponibili verso i suoi bisogni.
L’ansioso-resistente, contraddistinto dalla lettera ‘C’, è una configurazione nella quale il bambino mantiene un costante controllo, specialmente attraverso la prossimità fisica, verso il caregiver percepito come discontinuo nella sua accessibilità. “I soggetti che usano una strategia Tipo C sono motivati da sentimenti somatici (legati all’intensità degli stimoli a all’elaborazione attraverso le strutture del sistema libico). Avendo poca fiducia nella previsione di ciò che sta per accadere, essi si concentrano sui sentimenti come guida per il comportamento” (Crittenden, 2008).
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L'attaccamento
di Barbara Marzioni
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