I comportamenti parentali possono essere anche molto diversi: parlare del mondo sempre in termini di pericolosità, enfatizzare le caratteristiche di fragilità e vulnerabilità del bambino, passare costantemente il messaggio al bambino che ad ogni suo allontanamento rischia di perdere le figure di accudimento per malattia, suicidio, o semplicemente perché non gli si da la certezza che le possa ritrovare al suo ritorno, sono tutti messaggi passati in maniera più o meno implicita assumendo il significato che solo il controllo fisico costante può rassicurare il bambino della presenza delle figure parentali. Uno sviluppo cognitivo ed emotivo armonico è il risultato di uno scambio dinamico tra percezione di una base sicura accessibile ai propri bisogni ma che lasci spazio ai progressivi comportamenti esploratori suscitati dalla curiosità naturale verso il mondo.
Nell’organizzazione di significato fobica questi due comportamenti divengono antitetici portando queste persone a dover selezionare il repertorio comportamentale che sia meno minacciante la propria integrità del Sé. In genere vi è una selezione di ‘modelli specifici di controllo decentralizzato’, escludendo tutto il flusso sensoriale che attiva il bisogno di indipendenza e libertà e sviluppando attività neurovegetative distoniche (attacco di panico, somatizzazioni, ansia, ecc) finalizzate al mantenimento della vicinanza fisica delle figure protettive senza intaccare la propria autostima e senso di amabilità.
Le manifestazioni corporee associate ad una scarsa capacità di elaborazione in termini cognitivi delle proprie esperienze portano queste persone a mantenere e regolare i legami affettivi attraverso la corporeità, sia essa controllo dell’altro attraverso la vicinanza fisica sia attraverso un sintomo più o meno grave. Le esperienze percepite che possono suscitare una crisi in questa organizzazione di significato sono tendenzialmente riconducibili a perdita di protezione da parte di una o più figure significative che suscitano senso di solitudine (es. attacco di panico con senso di derealizzazione), o modificazione di un rapporto affettivo percepito in termini di perdita di libertà con relativo senso di costrizione (es. attacco di panico con senso di costrizione e soffocamento).
4. Organizzazione di significato tipo ‘Disturbi Alimentari Psicogeni’ (DAP)
Sebbene questa organizzazione prenda il nome dall’acronimo di Disturbi Alimentari Psicogeni, come abbiamo detto anche per le altre organizzazioni, essa non è associabile ad uno specifico disturbo: la sua caratterizzazione deriva da una specifica modalità di organizzare il significato personale propria anche di soggetti che mai presenteranno sintomi. I contributi maggiori allo studio di questa organizzazione provengono dalla Selvini Palazzoli (1963) e dalla Bruch (1973, 1978); l’organizzazione DAP è presente in entrambi i sessi sebbene sia stata studiata quasi esclusivamente in soggetti femminili a causa della sua visibilità maggiore a livello sociale.
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Il significato personale
di Barbara Marzioni
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