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Il significato personale

di Barbara Marzioni

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Si alternano un senso di vuoto ed una esperienza di Sé poco definita che spingono i soggetti DAP a prendere come punto di riferimento l’esterno, ed in particolare le aspettative degli altri, in primis quelle genitoriali, strutturando un senso di Sé sufficientemente costante nella misura in cui riesce ad aderire a queste aspettative. In quest’ottica si intuisce come gli episodi nei quali, il bambino prima e l’adulto poi, si sente rifiutato (disconferme, abbandoni) generano in lui una profonda delusione aumentando la vaghezza del senso di Sé e gettandolo in una estrema confusione; per limitare questi vissuti il DAP tende ad evitare il più possibile le situazioni nelle quali deve esporsi al giudizio esterno, allontanando così anche la possibilità di un giudizio negativo o un rifiuto: esperienza per lui troppo dolorosa.

5. Organizzazione di significato tipo ossessiva (OSS)

L’aspetto centrale di questa organizzazione è l’elaborazione di un senso di Sé ambivalente e dicotomico. Gli aspetti invarianti nei comportamenti parentali sono costituiti da modelli di attaccamento ambivalente: una figura genitoriale generalmente meno rilevante che affianca l’altra caratterizzata da sentimenti ambivalenti e antitetici nei confronti del bambino. Il comportamento più frequente è quello in cui un genitore si dedica completamente all’educazione morale e sociale del bambino con abnegazione ammirabile senza mai esprimere tenerezza o altre manifestazioni emotive, anzi spesso celando addirittura ostilità e rifiuto. “La simultaneità di questi due aspetti contraddittori del comportamento parentale sembra essere un prerequisito essenziale per un itinerario di sviluppo ossessivo” (Guidano, 1988).

Il vissuto del bambino di fronte a tale ambivalenza è caratterizzato da senso di incontrollabilità e imprevedibilità riguardo le possibili conferme o disconferme che possono arrivare dalle figure parentali, il risultato è che il bambino non può non scegliere di decodificare il messaggio in un senso positivo (conferma al Sé) o negativo (disconferma del Sé), ma in entrambi i casi la scelta risulta sempre logicamente sbagliata: questa è la situazione che caratterizza il ‘doppio legame’ (Bateson, Jackson e altri, 1956).

Crescere in un ambiente familiare che seleziona il piano comunicativo logicoanalitico a scapito di quello motorio ed espressivo determina che la migliore dimostrazione di affetto che il bambino possa dare ai genitori “viene proprio a coincidere con ciò che sembrerebbe essere il suo opposto, e cioè un comportamento serio, riflessivo e distaccato” (Guidano, 1988); lo sviluppo dell’identità del bambino in questo contesto segue lo stesso piano antitetico nel quale ci si sente amabili e non amabili allo stesso tempo e si è costretti a scegliere ogni volta tra le due possibilità per raggiungere un senso di Sé attendibile, escludendo e controllando il continuo affiorare di sensazioni contraddittorie e inconciliabili.