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Psicoterapia cognitiva sistemico-processuale e ciclo di vita individuale

di Vittorio Guidano
si ringrazia il dott. G. Cutolo per la concessione del materiale

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La prima categoria appartiene sicuramente all'effetto che fa sui pazienti una comprensione diversa, più approfondita delle loro regole di funzionamento, del loro modo di funzionare: sicuramente questa è la prima sorgente di emozioni forti, nuove, per i pazienti, in grado di cambiare o di sollecitare quella che è la sua configurazione emotiva di base nella sua esperienza immediata; nella psicoterapia si va in crescendo con questo tipo di andamento, di cui vi parlerò in dettaglio. Cominciamo a ricostruire il problema che il paziente ci presenta nell' "hic et nunc" costruendo tutto quanto il repertorio di vita attuale del paziente, questo per fargli acquisire capacità auto-osservative, nel senso di mettere a fuoco emozioni, stati di animo, sensi di sè. Poi, mano a mano che il paziente è in grado di maneggiare da un lato questo metodo di osservazione, e dall'altro è già arrivato a costruire dei punti di vista diversi con cui ri-costruirsi, mettersi a fuoco, allora il discorso si approfondisce un pò di più, si va dal repertorio di vita attuale e sempre più ci si spinge nel ricostruire il passato. Si va in genere con questa gradualità, prima il passato prossimo, che coincide con la ricostruzione dello stile affettivo, nel senso della vita sentimentale dell'individuo, quindi dai suoi quindici anni fino ai giorni nostri. E per ultima tappa si lascia in genere la ricostruzione della storia di sviluppo, quella da zero anni fino all'adolescenza. In questo andamento progressivo si vede che le emozioni più intense, suscitate dalla comprensione del proprio modo di funzionare, vanno in parallelo con questa progressione; man mano che ci si avvicina al passato sempre più remoto, sempre più si vedono delle situazioni o delle sedute capaci di innescare emozioni di intensità e persistenza notevole; io mi ricordo di non aver mai visto emozioni tanto grandi suscitate da sedute se non quando si stava ricostruendo la storia di sviluppo; per persone che hanno sempre visto lo stesso ricordo dai tre-quattro anni di vita in un certo modo per quaranta anni, vederlo di colpo sotto una angolazione diversa, che gli faceva notare altri aspetti mai visti, dà delle razioni talmente acute che in molti casi il paziente ha avuto mini collassi, mini svenimenti. Sicuramente una prima "fonte di emozioni" è questa, e va in crescendo man mano che si va in profondità nel passato della persona. Una seconda fonte sono tutte quante le emozioni che provengono dalla relazione terapista-paziente, che è una relazione reale come tutte le relazioni umane, direi anzi, oltre che reale, è una relazione assai specifica e caratteristica tra le relazioni umane. Perché porta ad un livello di intimità e di confidenza che è presente in poche altre relazioni sia affettive che di amicizia. D'altra parte però, l'obiettivo della relazione è un obiettivo preciso, nel senso che vengono esclusi tutta una serie dì aspetti emotivi che fanno parte delle relazioni di tipo amicale, in cui l'obiettivo della relazione è la fruibilità della relazione stessa. In altre parole la relazione terapeutica ha uno scopo e quindi non ha una sua fruibilità in sè; nonostante ciò è produttiva di emozioni intense, visto che per raggiungere lo scopo occorre arrivare a limiti di confidenza e di intimità che generalmente una persona non raggiunge con nessun altro.