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Psicoterapia cognitiva sistemico-processuale e ciclo di vita individuale
di Vittorio Guidano
si ringrazia il dott. G. Cutolo per la concessione del materiale
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Se uno vedesse il mondo da questa prospettiva, il problema principale di un bambino di 7/8 anni sarebbe quello della irreversibilità logico matematica. Ma se uno vede la conoscenza dal punto di vista del bambino che la possiede, il mondo è completamente diverso. Sono diverse le emozioni che risultano, è diversa la concezione del mondo e quello che lì appariva essere l'elemento centrale, è in realtà un processo di maturazione che avviene indipendentemente dal bambino, e che influenza pochissimo il suo senso di identità e di continuità nel tempo.
Se procediamo in questo settore, di chiederci che cosa è l'esperienza umana, (cominciando a costruire quello che può essere rilevante per un modello di tipo psicoterapeutico), dobbiamo partire 6
da un primo aspetto: come si manifesta l'esperienza umana, noi come l'avvertiamo?
Nell'approccio ontologico l'esperienza umana va vista dal punto di vista dei portatori, non dal punto di vista di una persona che sta su un eventuale altro pianeta. Noi per esempio come l'avvertiamo? L'esperienza umana ha di caratteristico, come primo aspetto (che è quello di fondo e che ci distingue dagli altri primati), che si presenta simultaneamente sempre in questo modo: come un'esperienza del vivere, come un senso immediato, avvertito, non pensato, di me, della vita, che io mi trovo fatto già addosso, senza assolutamente pensarci. E questo è un continuo fluire, così come l'esperienza del vivere che hanno tutti gli esseri viventi: quella che Maturana chiama la "vivenzia', la vivenza, il senso di me, del mio essere nel mondo, che mi accompagna costantemente, che io ci pensi o non ci pensi.
In parallelo a questo, ciò che caratterizza noi umani è il continuo spiegarci questa esperienza del vivere che ci viene già fatta addosso.
Questo sentirci vivere e questo continuo spiegarcelo è un qualcosa che sembra essere proprio costitutivo della natura umana: nel senso che è il prerequisito per ogni possibile esperienza. La nostra esperienza del vivere si svolge secondo questi due livelli che vanno in simultanea, un livello di esperienza immediata e un livello di spiegazione, di riordinamento che noi diamo all' esperienza immediata.
Va da sè che questo livello di spiegazione che noi possiamo darci è dovuto all'emergenza del linguaggio negli esseri umani. Tutti gli altri animali che conosciamo, primati compresi, hanno semplicemente questo fluire continuo di esperienza immediata del vivere. L'emergenza del linguaggio negli umani ha coinciso con l'emergere di un altro livello, staccato dall'immediatezza dell'esperienza, in cui era possibile valutare l'esperienza imme-diata in base a categorie definite. Le categorie vero-falso, bello-buono, giusto-sbagliato, sono tutte categorie che emergono con il pensiero concettuale, che può permettere di fare come una griglia, di rete, con cui poter cominciare a valutare e classificare quella che è l'esperienza immediata in corso.
Del resto, da un punto di vista evolutivo, l'emergenza del linguaggio nasce proprio in questo modo, cioè quando aumenta il livello di complessità dell'apparato neurale organizzatore; nel senso che la quantità di dati è tale e tanta che sorge il bisogno di un sistema di classificazione interna, (altrimenti non sarebbe nemmeno più utile avere tanti dati). Il linguaggio nasce, evolutivamente, come sistema di classificazione e riclassificazione dei dati interni, nasce già come elemento che opera sull'esperienza immediata, non direttamente sulla realtà. La compresenza di questi due livelli credo sia l'elemento fondamentale, perché ci dà il senso dell'adattamento delle cose. Voglio dire, a livello di
esperienza immediata, che è il livello costante che scorre continuamente in noi, non è mai possibile distinguere il vero dal falso, l'errore e il non errore, non è mai possibile distinguere neanche percezione da illusione.
Se uno di noi attraversa una stanza in penombra ed ha per un secondo il senso che c'è un fantasma in un angolo, ha il classico sobbalzo al cuore, poi dopo un attimo capisce che è un gioco di ombre e luci, un chiaro scuro. In questo esempio, nel momento in cui il signore ha il sobbalzo, in quel momento non ha la possibilità di distinguere tra percezione ed illusione, tanto che il sobbalzo che ha è la testimonianza che ha reagito a qualche cosa che per lui era indubbiamente vero. Soltanto nel livello operativo della spiegazione, cioè nel livello operativo consentito dal linguaggio, è possibile operare delle distinzioni tra percezione ed illusione, vero da falso, e ogni identificazione di errore è sempre e soltanto a posteriori, è sempre un riordinamento dell' esperienza immediata, tramite gli strumenti logico concettuali che il linguaggio consente.