Home - Articoli sul Costruttivismo

Psicoterapia cognitiva sistemico-processuale e ciclo di vita individuale

di Vittorio Guidano
si ringrazia il dott. G. Cutolo per la concessione del materiale

pag. 9 di 28
Ma questa è una origine che nasce con noi e lo si vede per esempio dall'abbozzo di tutti i miti e tutte quante le religioni che conosciamo nella storia del mondo. Tutti i miti pre-religiosi o le strutture religiose più complesse successive hanno avuto sempre il problema di dover spiegare questa freccia unidirezionale del tempo; ogni mito, ogni religione ha sempre dovuto rispondere a due domande fondamentali, "da dove venivamo" che era l'inizio di questa freccia e "dove andavamo", e tutti i miti e le religioni hanno sempre risposto chiudendo la freccia, dicendo cioè che l'inizio coincideva con la fine e tutto poi ricominciava da capo. Bene, se voi pensate al "Big-Bang", che è la più grande delle teorie scientifiche che siano mai state elaborate, con il Big-Bang abbiamo trasformato la faccia di questo mondo, abbiamo esplorato il sistema planetario; eppure il Big-Bang non riesce ad uscire da questa ciclicità, il Big-Bang dice che l'universo che è attualmente in espansione, supererà ad un certo punto una soglia di espansione e si collasserà, finirà; dopo che si sarà collassato, tornerà a riespandersi: di nuovo c'è questo fatto, che ogni volta la fine dei tempi coincide con l'inizio. Quindi, come vedete, il Big-Bang è sempre una spiegazione che riguarda la nostra esperienza del vivere, del nostro modo di percepire il mondo. Però guardate che c'è differenza fra spiegazione e spiegazione: voglio fare questo esempio per dirvi che ogni spiegazione dell'esperienza del vivere non significa liquidare le spiegazioni come un epifenomeno, ma è in grado di costruire un mondo diverso o no. Pensate che mondo ha costruito il mito del papuasico che unisce inizio e fine anche lui, e pensate al Big-Bang col quale abbiamo fatto non soltanto quello che vediamo in senso fisico e tecnologico, ma abbiamo anche creato delle nuove forme di esperienza. Passiamo ora ad applicare tutto questo più direttamente al funzionamento individuale. Per prima cosa, come già dicevo, se consideriamo questo aspetto, esperienza immediata e spiegazione dell'esperienza immediata, allora in qualche modo l'aspetto centrale del cognitivismo ortodosso (che le emozioni dipendono dal pensiero) è in un certo senso capovolto: se le spiegazioni sono sempre spiegazioni che riguardano l'esperienza immediata, le discrepanze del modo in cui uno avverte la propria esperienza immediata sono quelle che suscitano spiegazioni, riordinamenti o costruzioni in grado di appianare, integrare o smussare le contraddizioni avvertite; cioè sembra più che siano le emozioni a muovere il pensiero, anche se poi il pensiero, nel suo muoversi, le riordina e riesce a trasformarle. Cosa succede se applichiamo questa visione del rapporto fra esperienza immediata e spiegazione non più soltanto a singoli aspetti del funzionamento mentale, ma all'individuo in generale? Per esempio al fatto che la funzione basica di ogni sistema che si auto-organizza è quella di costruirsi un senso di sè e di mantenerlo quanto più stabile nel corso del suo ciclo di vita, anzi di subordinare ogni possibile cambiamento al mantenimento di questo suo senso del sè?